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(di Cristiano Curti Giardina – Rivista Polis Nov-Dic 2017 – ANVU)
(…) “Le perquisizioni della polizia giudiziaria sono procedure operative volte alla ricerca di cose o persone. Una delle prerogative infatti, è quella di ricercare ed assicurare le fonti di prova per consentire un corretto esercizio dell’azione penale. La perquisizione rientra a pieno titolo tra gli atti tipici di investigazione diretta, grazie ai quali è possibile assolvere alle esigenze operative.
Ed è proprio attraverso la perquisizione che gli ufficiali di p.g. (in casi eccezionali, agenti di p.g.),sussistendo presupposti di necessità e urgenza, procedono alla ricerca materiale di un evaso o di un condannato, ovvero alla ricerca del corpo di reato o di cose pertinenti al reato, nei luoghi ove fondamentalmente le ritengono occultate, o sulla persona di chi fondamentalmente ritengono che le occulti.
Distinguiamo perquisizioni personali a scopo preventivo (per fini di sicurezza) e a scopo repressivo (a seguito di reato). Per il nostro ordinamento la polizia giudiziaria può procedere di iniziativa ad effettuare perquisizioni nelle seguenti ipotesi: nei casi previsti dall’art. 352 c.p.p.; ai sensi dell’art.4 della L. 152/75; ai sensi dell’art. 41 del TULPS (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza); ai sensi dell’art. 103 comma 2 del DPR 309/90 (Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti).
La Polizia Giudiziaria nelle attività di ricerca sulla persona e nei luoghi deve necessariamente fare menzione delle corrette procedure e dei protocolli di sicurezza operativi. (…)
Nella IPTS vengono descritte in maniera analitica le varie fasi descritte nell’articolo completo.
(Estratto dell’articolo rivista ANVU – Polis Nov-Dic 2017 – Diritti Riservati)